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7 Marzo 2000

E infine accadde,
avvenne quell'efferato delitto
che scosse tremendamente
l'opinione pubblica
che così non si poteva 
più andare avanti,
che ma guarda te
in che tempi ci ritroviamo
a vivere.

Il parlamento si riunì,
ogni schieramento
capì che il sentimento di dolore
collettivo della popolazione
era un'onda che bisognava
al più presto cavalcare.
Furono abbandonate
le discussioni sulle riforme riguardo
una nuova scuola che insegnasse il vero senso della vita,
una politica sociale che difendesse le classi più deboli,
un'amministrazione carceraria equa per tutti,
compresi i potenti,
e fu approvata una legge
che reintroduceva la pena di morte.

Una legge molto severa,
per cui chiunque uccideva
qualunque fosse il motivo,
qualunque fosse il suo dramma,
doveva essere ucciso,
perché solo col sangue
si può lavare il sangue versato,
e perché solo questo chiedeva
il sentimento di dolore collettivo
della popolazione,
un'onda che si era al più
presto cavalcato.

La tremenda legge,
per un po' ebbe un incredibile
effetto e per qualche mese
non ci fu neanche l'ombra
di un delitto,
ma poi un giorno
il dolore di un uomo
che vedeva sua moglie,
malata terminale,
giorno dopo giorno deperire,
fra mille sofferenze,
dinanzi ai suoi occhi,
lo portò ad applicare l'eutanasia.

Egli aveva ucciso
e quindi andava ucciso
e così fu.
Ma la legge era rigorosissima
e non ammetteva distinzioni.
E così fu ucciso anche il boia
di quel pover'uomo,
e il boia del boia,
e il boia del boia del boia,
e il boia del boia del boia del boia,
e così via.

La cosa proseguì per qualche anno
tremendamente incatenata su se stessa,
finché la popolazione
venne quasi del tutto decimata,
soddisfatta della rigorosità
di quella legge
che nel dolore collettivo
aveva ad alta voce reclamato.

Ma condanna dopo condanna
le scorte di gente comune terminarono,
gli unici sopravvissuti rimasero i parlamentari,
qualche industriale
e i loro famigliari
e fu così che il parlamento
si riunì d'urgenza
e fu approvata una legge
che aboliva la pena di morte
perché sempre è stato,
sempre è e sempre sarà ignobile,
che leggi tanto efferate
possano essere applicate
in un paese così democratico
e civile.







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