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28 Agosto 1999

Io Martino mi chiamo
e tutte le giornate io passo
a pascolare le pecore.
Io le pecore amo
e le pecore amano me.
Il mio primo amore Graziella stata è,
la pecora più bella che c'è.
Con lei i bacini sotto le stelle ci davamo
e così tanto ci amavamo
che il latte più non lo mungevo
ma direttamente dalla fonte lo bevevo.
Che buono che il latte 
di pecora che era.
Giorno dopo giorno la storia
nostra molto importante diventata è.
Ma io rotto mi ero di ritrovarmi
la lana in bocca tutte le volte che
un succhiotto sulla schiena le facevo
e soprattutto girate mi hanno
quella volta che con gli zoccoli mi accarezzò
e la faccia sfregiata mi ha.
Di evitare queste tenerezze io detto le ho
ma lei belato mi ha che l'amore
anche di questo deve essere fatto.
Così per non doverla più vedere
cacciata giù da un dirupo la ho.

Dopo di lei furbo fatto mi sono:
basta coccole e preliminari, subito al sodo io vado.

Due mesi fa fidanzato mi sono 
con Mariella,
la pecora più meravigliosa che c'è.
Ma quella le corna fatto mi ha
con il montone dei miei vicini.
Allora io incazzato mi sono
e per vendicarmi, già che Pasqua era,
cotta al forno me la sono mangiata.
Due giorni dopo per consolarmi capitata mi è
una bella scopata di farmi
con Ornella,
la pecora più stupenda che c'è.
Ma distratto io sono
la protezione scordato di usare io ho
e incinta l'ho messa.
Ma un sentimentale io sono
e so già che di macellare l'agnello
sangue del mio sangue
il coraggio non avrò
e così al mercato portata la ho
e per chi presa se l'è,
cazzi suoi ora sono non miei.

E ora la panacea a tutti i mali
trovato io ho:
una pecora gonfiabile comprato mi sono
e finché morte non ci separi
solo lei amerò.







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